Edoardo Accivile racconta Storie Cabrini - Ep.1 - La Mano Morta

Gli ultimi giorni di Giugno nella Capitale sono sempre caratterizzati da un caldo torrido, umido.

Si suda stando fermi, ci si sente appiccicosi, eppure quella sera l’oratorio della Santa Francesca Cabrini era stracolmo di gente.

Dopo un girone divorato con 7 vittorie in altrettante partite i Parapabonzi superavano per 6-2 la Sporting PMC negli ottavi di finale.

Era la squadra del coronamento del sogno di Mauro e Alessandro, la loro prole, insieme, nel Torneo più importante. E giocava quella squadra, eccome se giocava..

Nei quarti di finale l’ostacolo è la Real 88, una squadra ostica trascinata da Nocciolina e Ranazzi, ma niente di insuperabile per l’armata dei Parapabonzi.

La partita non va come tutti avevano previsto. Si segna alternandosi, poi arriva lo strappo e a pochi minuti dalla fine la Real 88 è sopra di 2..

129 secondi da una clamorosa semifinale. Tiro, mischia in area, “Mano oh, mano!”, urla, proteste. L’arbitro non fa una piega.

Nessuno aveva capito cosa stava per succedere.

Valerio Casini, capitano dei reali alza la voce “l’ho toccata di mano, è rigore.”

Ma, era uno di quei casi che sarebbe finito lì, un fallo dubbio come ne accadono in ogni partita.

“Tranquilli” ripeteva ai suoi “cosa può succedere, la partita è finita”.

Rigore, gol, ripresa del gioco, gol. Fischio finale. 7-7 si va ai rigori. La storia racconta che ai rigori vincono i Parapabonzi, ma per tutti la partita è finita in quel momento in cui nessuno aveva capito cosa stava per accadere.

Nessuno immaginava che potesse succedere quello che ancora oggi è ricordato come il più grande gesto di sportività che il Cabrini Stadium abbia mai visto.

 

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