Edoardo Accivile racconta Storie Cabrini - Ep.2 - Il Berso

"Prima della partita mi ripetevo che era fatto di carne ed ossa come chiunque, ma evidentemente mi sbagliavo” Stefano Pellegrino

 

Los Angeles. Michael Jackson e Lionel Richie incidono il brano We Are The World, siamo nel 1985 e in Giappone esce Super Mario Bros ed è sempre il 1985 quando viene lanciato per la prima volta il sistema operativo Windows 1.0. Nello stesso anno avviene la 13esima applicazione del cosiddetto minuto di 61 secondi, per chi non ne fosse a conoscenza il minuto di 61 secondi o “secondo intercalare” è un "aggiustamento" temporale, che serve per uniformare l'ora artificiale alla rotazione terrestre. Una sorta di cambio passo alla Garrincha che rimette le cose a posto.

Ma il 1985 dalle nostre parti viene ricordato soprattutto per il 10 Settembre, giorno della nascita di Sandro Bersani, numero nove, grazie.

I primi calci ad un pallone il piccolo Sandro comincia a darli sui campetti dell’Oratorio della Santa Francesca Cabrini e sin dai primi movimenti si capisce che il bambino scriverà pagine importanti della storia di questo sport. E difatti Sandro cresce, e cresce prima degli altri, e cresce più degli altri e ne diventa il leader incontrastato, il capitano, quello da cui andare se si ha un problema, quello che ti difende anche se hai torto, ma che dopo ti ricorda come si sta al mondo.

Il ragazzo non era straordinariamente dotato tecnicamente, ma con la sua tigna e la sua grinta era praticamente impossibile sottrargli il pallone, che difendeva come un oggetto prezioso, perché per lui il pallone era ed è ancora un oggetto prezioso che va scagliato con prepotenza nelle porte avversarie.

Si narra che Stefano Fedeli, figura di riferimento del calcio Made in Cabrini, dopo gli allenamenti si fermasse con lui a provare i tiri solo per ascoltare il suono del pallone da lui colpito, essenziale, quello della portiera di una grande auto americana che si chiude. Essenziale. Così come deve essere.

Ma, se chiedete di Bersani ad un qualsiasi conoscitore del calcio romano del 2000 vi racconterà una storia, campionato Juniores, tipico campo in terra battuta, secco, il pallone non si controlla, al Bersani arrivano poche palle giocabili e quando arrivano non riesce a sfruttarle. Si strugge, si dimena, non c’è verso, non è la sua partita, la palla non vuole entrare. 

Poi accade un fatto. Un giocatore avversario finisce a terra e i suoi compagni buttano fuori il pallone. E’ la classica situazione in cui si restituisce palla e ricomincia il gioco. Ma Sandro quel giorno non era d’accordo. Rimessa laterale. Stop di coscia. Tiro. Goal. Tutti fermi. Zitti. Increduli.

Un gesto che molti possono confondere con l’antisportività, che a noi piace invece leggere come l’estrema dimostrazione dell’amore per il gol di questo straordinario campione che quest’anno tornerà a regalare nuove emozioni agli spettatori del Cabrini Stadium.

Ah, gli archivi a nostra disposizione, e sono solo una parte, alla voce gol registrano 214…and counting. (e già siamo a 220…)

Edoardo Accivile ha raccontato "Storie Cabrini" - Il Berso

 

icon
Squadre
icon
Classifiche
icon
Risultati
icon
Calendario
icon
Marcatori